mercoledì 30 gennaio 2013

La legge dell'ignoranza percepita

Secondo il Corriere, gli utenti protestano perché Whatsapp è diventato a pagamento.
Con un giorno di ritardo (il 30.1.2013) anche Repubblica si allinea al trend *articoli del cazzo*.


Vediamo un po' come han deciso di allietarci la giornata:


SCOPPIA LA POLEMICA sul caso Whatsapp, una popolarissima applicazione per chat singole e di gruppo, finora completamente gratuita, ma che ha introdotto un sistema di abbonamento annuale nelle versioni per Android, Windows Phone e Blackberry.(Repubblica)


Bene...è stato introdotto un sistema di abbonamento annuale che...già esisteva. Non hanno introdotto un fico secco: durante l'installazione c'era chiaramente scritto che il primo anno è gratis, poi devi pagare. Punto.
Ma riusciamo a lamentarci persino di avere una applicazione da provare gratuitamente per UN ANNO.


Il successo di Whatsapp è cresciuto con il diffondersi degli smartphone, per un motivo molto semplice: il servizio offerto è pari a quello che gli operatori telefonici forniscono con i pacchetti Sms/Mms, con una caratteristica che però azzera ogni discorso: su Whatsapp non si pagava mai nulla). .(Repubblica)


Beh, questi pseudo giornalisti hanno la minima idea di quale sia il servizio offerto da Whatsapp? Definirlo "Pari" a SMS e MMS è quantomeno ridicolo. Sia nel bene (possibilità di inviare foto e video con dimensioni maggiori, file audio, contatti, mappe), sia nel male (vagli a spiegare che, per come funziona Whatsapp, anche se prendi 5 tacche non è mica detto che il messaggio ti arrivi nemmeno nel giro di mezz'ora). Se vogliamo poi parlare della base, del protocollo utilizzato, beh...paragonarla a SMS e MMS è come paragonare Whatsapp all'email, a Bartolini, alle zabette di paese che - comunque - passano messaggi più velocemente di chiunque altro (a volte modificati ma tant'è), ai piccioni viaggiatori. E poi, "non si pagava mai nulla"? Cioè, e il piano dati per farlo funzionare? A meno che tu non lo voglia usare solo in copertura rete Wifi, ma se pensassi a una cosa del genere ti guarderesti bene dal paragonarlo agli SMS. Non solo, Whatsapp è legato al numero della SIM telefonica.

Bellissimi - si fa per dire - i commenti degli utenti che cita l'articolo di Repubblica. C'è chi chiede di inserire la videochat...cioè...da una parte è come l'SMS, dall'altra dovrebbe avere la videochat. Un servizio che nasce asincrono, la videochat (che potranno poi anche mettercela eh? Viber ad esempio mi pare abbia la possibilità di fare chiamate realtime. Ma non è questo il punto,). C'è chi paragona i 79 centesimi al Canone RAI. Cristo Santo, il Canone RAI...una TASSA! Sarebbe stato più azzeccato paragonarla a un caffé. Una cosa che PAGHI, perché la vuoi. Non una tassa che sei obbligato a pagare anche se la TV non la usi.
C'è poi quello che la definisce una droga: è il migliore. Potessi devolvergli l'8 per mille lo farei seduta stante.
Ecco, invito tutti voi, la prossima volta che vi danno gli assaggini di salame al supermercato, a tornare la settimana successiva e impuntarsi, sbattere i piedi, insultare il reparto salumi tutto...perché 'sti stronzi vi hanno assuefatto con gli assaggini e ora pretendono che il salame lo paghiate.

E, fra un protesta e l'altra, c'è anche chi reputa la cifra richiesta ragionevole in considerazione del lavoro degli sviluppatori e dell'assenza di pubblicità. (Corriere)


Il corriere invece ci allieta con una perla di pirlezza.
"C'è chi persino reputa 79 centesimi una richiesta ragionevole".
Il costo di 3 SMS, per un anno. Ragionevole...siamo proprio un popolo fuori di testa! Non abbiamo manco la minima percezione del valore delle cose, è chiaro oramai.

Come se non esistessero alternative poi: ChatOn o Viber, ad esempio? Sono pure migliori di Whatsapp per molti versi. Provatele.
Ah no, già...è vero...non la hanno tutti i miei amici...mmmm...fammici pensare.
Ah ecco...ecco...dove avevo sentito quella favoletta sui prezzi, sulla domanda e sull'offerta?.

Ho una proposta, per la quale sicuramente mi prenderò il Nobel per l'economia alla pari di John Nash: io non voglio pagare di più un bene solo perché comprato in massa da un ammasso di stolti, voglio invece che l'enorme massa di utonti che vaga per il pianeta venga tassata per farmi pagare il bene di meno, a fronte dell'enorme credito che guadagno ogni giorno percependo la loro ignoranza.

Un bel test di intelligenza per qualsiasi acquisto di bene singolo sopra i 200€. Mica roba complessa, non serve essere geni (ché poi manco lo passerei io), ma almeno non paragonare un bene a una tassa, quello sì.

Se lo passi paghi il 10% in meno. Se non lo passi il 10% in più. Sono sicuro che vedrebbero presto i loro profitti schizzare verso l'alto di un buon 8-9%.

Eh sì, crepi l'avarizia, daremo anche "Whatsapp" gratis a tutti. E tutti vissero felici e contenti.

Unità di misura

Mia nonna direbbe: "8,50 cosa? mele?  pere?  banane? "